Chi di noi non ha mai provato Rabbia?

Nessuno!

La Rabbia è una delle 6 emozioni di base (Paura, Gioia, Disgusto, Tristezza, Sorpresa) che tutti hanno provato più volte nella vita.

E’ l’emozione più invisa nella nostra società, nonostante sia l’unica con la quale cerchiamo di difenderci nei momenti difficili della nostra vita, quando non ci sentiamo rispettati, sostenuti, compresi e viviamo situazioni di prevaricazione.

Purtroppo è il modo con cui la esprimiamo che la rende negativa, pericolosa e disfunzionale, perché è attraverso questa che possiamo ferire fisicamente e psicologicamente.

Una Rabbia espressa con una particolare veemenza può portarci a chiudere una relazione sentimentale o un’amicizia, così come una Rabbia non esternata, ma implosa, può produrre  a somatizzazioni a carico delle vie epatiche, dello stomaco, con dei riflessi sugli occhi, collo, nuca e muscolatura.

Quindi, da una parte difende i nostri interiori più sensibili e fragili, dall’altra diviene una forma aggressiva verso terzi, che genera conflitto nelle relazioni interpersonali, provocando fratture così profonde, che possono ledere rapporti strutturati e che si sono protratti nel tempo.

Se la rabbia espressa provoca delle fratture relazionali, quella inespressa genera

  • Atteggiamenti di autocritica
  • Accettazione aprioristica di tutte le critiche esterne, ritenendole vere e pertinenti, perché sottesa c’è un’assenza di Fiducia e una mancanza di riconoscimento delle proprie potenzialità
  • Ipercontrollo, con conseguenti atteggiamenti di Indifferenza o Falsa Compiacenza.

Non è infrequente la sua associazione con Disturbi di Ansia, dell’Umore o il tanto diffuso Attacco di Panico.

Come mai mettiamo in atto un comportamento di inibizione, con conseguente scissione interiore?

Nell’infanzia i genitori ricoprono un ruolo fondamentale nella gestione delle emozioni da parte del bambino, in quanto devono favorire la valorizzazione anche di quelle emozioni che potremmo definire “negative”, tra cui, appunto, la rabbia.

Se questo non avviene, ciò che il bambino introietterà sarà la percezione che questa emozione non è accettata per cui, crescendo, porterà all’emersione di comportamenti disfunzionali, come un’aggressività autolesionistica o rivolta verso gli altri, fino ad un costante risentimento verso tutto e tutti.

A tal proposito il padre della psicanalisi, Freud, sosteneva che “le emozioni represse non muoiono mai[…] vengono sepolte vive e prima o poi usciranno nel peggiore dei modi”.

Come mai la reprimiamo? Forse non la proviamo/sentiamo?

Niente di tutto questo!

Bensì è la paura di ferire l’altro, di non essere compresi/riconosciuti o quella di farsi vedere vulnerabili che ci spinge a reprimerla, nonostante riconosciamo che sarebbe l’unico mezzo per farci rispettare.

Così facendo, però, creiamo una situazione interiore che sarà prodromica dell’emersione di sintomi ansiosi o depressivi.

Questa è la naturale conseguenza della correlazione mente/corpo, per cui ciò che non riusciamo ad esprimere verbalmente, verrà canalizzato sul piano fisico.

Il sintomo, pertanto, diverrà l’espressione di un profondo disagio emotivo, che non ci siamo permessi di esprime all’interno della relazione.

Dobbiamo smettere di illuderci che se siamo bravi a reprime la nostra Rabbia, questa non si farà sentire in altro modo. Anzi, il desiderio di riscatto e il rancore che coveranno dentro di noi, saranno così grandi da essere espressi attraverso la sintomatologia fisica.

Pertanto è fondamentale che impariamo ad Ascoltarla e ad esprimerla in modo Assertivo, partendo dalla consapevolezza che è quell’emozione con la quale cerchiamo di proteggere il nostro senso di ingiustizia, di prevaricazione e il nostro bisogno di Essere Accettati per quello che siamo.

Prima di esprimerla sarà utile prendersi un attimo di concentrazione, in cui portiamo l’attenzione della mente al nostro respiro, generando così una sorta di rilassamento interiore, che ci consentirà di darci il diritto di esprimerla attraverso un tono di voce e delle parole pacate che consentiranno all’altro di comprendere il nostro intento e le nostre motivazioni. Nel contempo questo ci farà sentire Ascoltati ma, soprattutto, saremo noi che avremo imparato ad Ascoltarci, prendendoci cura delle Vulnerabilità sottese.