Come comunichiamo ai nostri figli l’intenzione di separarci?
Questa è la domanda che più frequentemente mi viene rivolta, sia quando seguo le coppie come Mediatrice Familiare, sia quando le stesse chiedono aiuto, perché stanno attraversando un momento di crisi e, poi, arrivano alla dolorosa consapevolezza che la soluzione migliore è lasciarsi, separare le proprie strade, perché l’incomunicabilita rende difficile continuare a vivere sotto lo stesso tetto.
Una affermazione che le coppie dicono è: “Sono anni che non andiamo più d’accordo, ma lo abbiamo fatto per i figli”.
Ma veramente pensiamo che la cosa migliore per i nostri figli sia quella di vivere in un clima familiare teso, dove sono venuti meno i sorrisi, gli abbracci, le parole amorevoli e gli sguardi complici ?
I nostri figli hanno bisogno di comprensione, di attenzioni, di ascolto e di un clima sereno, per poter essere felici, hanno bisogno di vivere delle relazioni all’interno delle quali, nonostante alcune incomprensioni, regna l’amore e la comunicazione.
Forse la vera domanda da porci è: “Sono pronto per affrontare la separazione?
Che cosa mi spaventa nel prendere questa decisione?
Di quali conseguenze ho paura?”
Le risposte a queste domande sono la vera causa del perché si continua rimanere in una relazione conflittuale e non perché “è la cosa migliore per i nostri figli”.
E’ la paura che ci porta a rimanere dentro una gabbia dorata, fatta di routine, di schemi, di dinamiche di vincolo negative, ma tutte consolidate nel tempo e, quindi, fonte di sicurezza.
E’ proprio la paura di creare nuove routine che, sovente, ci imprigiona senza che ne siamo consapevoli.
Se riusciamo ad andare oltre le nostre paure, la separazione diviene un atto di responsabilità verso se stessi ma, soprattutto, verso i propri figli , con i quali sarà possibile recuperare spazi e tempi di condivisione, continuando ad accompagnarli nel loro percorso di crescita, in quanto come genitori dovremo essere sempre presenti e uniti, mettendo da parte le nostre frustrazioni o malumori, perché legati alle incomprensioni che sono nate all’interno della coppia coniugale, ma che non devono transitare in quella genitoriale (più facile a dirsi che a mettere in pratica).
Separarsi e vivere in case diverse vuol dire non dare più niente per scontato, vuol dire impegnarsi in prima persona, per creare quella relazione, che prima veniva mediata dall’altro genitore, vuol dire esprimere l’amore e comprendere.
Questi aspetti, una volte che si è creata una nuova routine e un nuovo equilibrio, potremmo definirli gli elementi positivi della separazione, finalizzati a rinforzare l’unione e il dialogo con i figli.