SOLITUDINE/ISOLAMENTO: due termini che non vanno confusi, perché l’isolamento forzato in cui viviamo, da più di un anno, ci fa sentire soli, ma la solitudine, a mio parere, è più uno stato dell’essere, che una condizione fisica ma, nonostante ciò, pur essendo due aspetti distinti possono dialogare fra di loro o rimanere separati.

Con il termine isolamento si fa riferimento a quella condizione oggettiva in cui i contatti sociali sono venuti meno, mentre  la solitudine è la sensazione soggettiva di essere soli, in modo più o meno protratto nel tempo.

Da questa distinzione si evince che ci possono essere delle persone fisicamente sole, perché isolate, che non si sentono sole, così come ce ne sono altre, circondate da una moltitudine di situazioni relazionali, sia private che professionali, che si sentono sole.

Quindi, la solitudine può essere una condizione temporanea e situazionale legata, come il tempo storico/sociale che stiamo vivendo, ad uno specifico momento, come può divenire un progressivo ripiegamento sociale, alimentando un circolo vizioso, tipico di patologie importanti.

In questo ultimo anno si è continuamente parlato di distanziamento sociale, quando quello più pertinente sarebbe stato distanziamento fisico, e allora perché è stata usata questa espressione?

Soffermiamoci a rifletterci!

Il distanziamento sociale ha inciso negativamente sull’esperienza personale, soggettiva, psicologica delle persone e sul loro benessere che, come diceva l’O.M.S., nel 1948, non è dato dall’assenza di malattia, ma da uno stato fisico e psicologico, e ha fatto introiettare l’idea dell’isolamento relazionale dagli altri e, quindi, ha favorito la sensazione di solitudine che, a sua volta, ha alimentato il senso di frustrazione, che ha alimentato la paura, l’angoscia e l’ansia che, come naturale conseguenza, hanno innalzato l’irritabilità, l’aggressività verbale e fisica, financo l’insonnia, favorendo anche un deficit nel sistema immunitario[1].

Ma ci abbiamo riflettuto sul fatto che nel passato, proprio nei momenti storici di grande difficoltà, è stato proprio il sostegno sociale che, favorendo le relazioni tra le persone, ha costituito il fattore protettivo di cui c’era necessità?

Ma non solo, è stato anche un predittore di resilienza, aumentando le capacità di adattamento degli individui e ha ridotto la sensazione di solitudine e il disagio che ne deriva, perché stare con gli altri aiuta nel gestire i propri stati emotivi e, quindi, anche le situazioni di stress.

Quindi, per concludere, cerchiamo di avere, almeno, dei contatti virtuali, visto che la tecnologia ci viene in soccorso, per non privarci del calore di un sorriso o di una parola di conforto, in attesa di poterci riabbracciare!

 

 

[1] Matias, T., Dominski, F.,H., & Marks, D., F., (2020), Human needs in COVID – 19 isolation