Sigmund Freud, il padre della psicanalisi, a fine ‘800, cominciò a interessarsi ai sogni, dal momento che i suoi pazienti glieli raccontavano continuamente, per cui iniziò a pensare che, forse, bisognava andare oltre la percezione dell’epoca, ossia che questi fossero un materiale di scarto, quando nella realtà costituivano aspetti importanti della vita psichica di un individuo.

Questa considerazione lo portò a ritenere che il sogno fosse l’appagamento di un desiderio, considerato inaccettabile dal soggetto e che, pertanto, non poteva essere compreso a livello cosciente. Pertanto il sogno diventa l’espressione di qualcosa che, in quel momento, non abbiamo, ma desideriamo ottenere, raggiungere attraverso una fantasia.

Egli farà un distinzione fra ciò che ognuno di noi ricorda a livello cosciente e che, pertanto, riesce a narrare, e che viene a costituire ciò che lui ha definito il contenuto manifesto e, poi, ciò che chiama contenuto latente, che rappresenta i desideri inconsci del soggetto e che, proprio per questo, va “decifrato”, con l’aiuto di chi è in grado di cogliere quei significati nascosti, piuttosto che soffermarsi ad una interpretazione puramente letterale.

Un altro aspetto presente nei nostri sogni è quello che lo studioso ha definito meccanismo di spostamento, che rappresenta la relazione tra pensieri latenti e contenuto manifesto.

Faccio un esempio: durante il giorno ho avuto una forte discussione con mio marito e la notte sogno un cane rabbioso che mi insegue.

Voi vi chiederete: e che correlazione c’è fra questi due elementi?

Beh, il mio Tessitore di Sogni ha elaborato quella rabbia di mio marito, da cui mi sono sentita invasa e inseguita, trasferendola su quel cane, un altro immaginario che, però, simbolicamente, ha gli stessi contenuti emotivi di quell’esperienza.

Alla luce di queste riflessioni mi sono chiesta:

Ma quali sono e saranno i sogni che stiamo facendo in questi giorni di reclusione e arresti domiciliari forzosi, senza, peraltro, aver commesso nessun reato?

In questo momento di lockdown stiamo combattendo contro un nemico invisibile, che ci ha privati della nostra libertà e, quindi, come elaboriamo a livello onirico questo nostro vissuto?

Forse, ognuno di noi, già una differenza potrebbe averla notata, inerente il fatto che prima non ricordavamo mai o quasi mai i nostri sogni e, adesso, ci svegliamo con dei ricordi vividi, oppure, prima non avevamo mai degli incubi, mentre adesso sono frequenti.

Se, come affermava Freud, all’origine della produzione onirica, ci sono le impressioni degli ultimi giorni, credo che in questa fase della nostra vita le emozioni che, quotidianamente, viviamo sono molteplici, dall’ansia, alla paura, all’angoscia, alla rabbia, alla disperazione ma, anche, la speranza/fiducia, per cui il nostro Tessitore di Sogni ha tanti contenuti/esperienze da elaborare.

Sicuramente coloro che stanno riuscendo a trasformare questa esperienza di vita in una risorsa, saranno coloro che riusciranno ad avere dei sogni propositivi e a non vacillare.

Del resto ognuno di noi reagisce in maniera diversa dinanzi alle “tempeste della vita”, c’è chi vacilla dinanzi ad un piccolo temporale, e chi resta in piedi nonostante uno tsunami.

Avere la consapevolezza di questo è già un passo in avanti verso la conoscenza di noi stessi e, considerato che in questo momento abbiamo molto più tempo da dedicarci, forse ci può essere di aiuto per scoprire aspetti e lati del nostro carattere e del nostro modo di relazionarci con la realtà che, fino a questo momento, non avevamo mai preso in considerazione.

Un’altra riflessione: così come la realtà sociale si sta evolvendo, facciamo in modo che anche la nostra famiglia interiore si evolva, così anche i nostri sogni cambieranno, proprio perché non sono delle realtà cristallizzate e, magari, quando al mattino ci svegliamo, dal momento che abbiamo più tempo a disposizione, scriviamo ciò che ci ricordiamo e rappresentiamo iconicamente.

Sarà un modo per tornare bambini, quando facevamo dei disegni, perché alle elementari la maestra ce lo chiedeva, mentre adesso lo facciamo, semplicemente, perché ci fa piacere, dando così spazio a quelle parti interiori che, attraverso, quel sogno hanno espresso il loro sentire e i loro desideri.

Quindi proviamo a fare tesoro di questo particolare momento e a porci delle domande a cui, nel tempo, cercheremo di dare delle risposte, magari anche attraverso i nostri sogni e il nostro Tessitore di Sogni che si farà carico dei nostri quesiti.