Possiamo convenire che tutte le situazioni di stress generano un’alterazione del benessere psicofisico che, se non elaborato, nel tempo, può portare a vere e proprie patologie.
La separazione è, sicuramente, uno di quei momenti, nel ciclo di vita di una famiglia, che alimenta forti situazioni di stress, non solo a carico della coppia coniugale ma, soprattutto, dei figli che diventano attori inconsapevoli e impotenti di quello che accade nella loro famiglia.
Uno studio svedese del 2015, della Stockholm University, su un campione di 150 mila ragazzi, di età compresa fra i 12 e i 15 anni, volto a rilevare la correlazione fra le dinamiche relazionali in famiglia, anticipatorie di una separazione o divorzio, e i sintomi psicosomatici dei figli, ha fatto emergere un fiorire di sintomatologie, la cui origine è ascrivibile proprio alla situazione familiare.
Nello studio sperimentale il confronto è stato fatto fra ragazzi che hanno una famiglia unita, con quelli che vivono con un solo genitore e con quelli che si dividono fra un genitore e l’altro.
Quelli che hanno evidenziato uno stress minore e sintomi psicosomatici sono coloro che hanno una famiglia unita, mentre quelli con il maggior numero di sintomi sono coloro che vivono con un solo genitore.
Gli altri, che sono in affido condiviso, pur evidenziando delle sintomatologie, le stesse sono di minore entità.
Ovviamente lo studio non ha potuto dire che c’è una correlazione diretta fra i sintomi palesati dai ragazzi e la separazione/ divorzio dei genitori, ma è innegabile che lo stress correlato con quella fase del ciclo di vita della famiglia abbia aumentato il rischio di sviluppare disturbi psicosomatici.
Quali i sintomi evidenziati dagli adolescenti?
Difficoltà a dormire, risvegli notturni, capogiri, inappetenza, mal di stomaco, mal di testa, difficoltà di concentrazione e eccessiva irritabilità.
Gli adolescenti che avevano un affido condiviso hanno evidenziato lo stress di doversi spostare da un genitore all’altro, ma la contropartita era l’opportunità di poterli frequentare entrambi, possibilità preclusa a chi vive un affido super esclusivo o esclusivo.
Molti studi, tra cui anche quello di Sarkadi, hanno evidenziato l’importanza della frequentazione assidua con la figura paterna, perché fondamentale nell’ accudimento e nella crescita dei figli.
Pertanto, il compito dei genitori è quello di tutelare il diritto dei figli di mantenere un rapporto continuativo ed equilibrato con entrambi, per favorirne il benessere e la crescita.
Se mal gestita, la separazione o il divorzio, vengono vissuti come eventi traumatici che, oltre ai sintomi somatici, possono condurre a manifestazioni di tipo emotivo ( forte rabbia, pianto a dirotto, mutismo…), comportamentale( forme di bullismo, assunzione di sostanze…), e scolastico ( drop out, calo nelle prestazioni)
In sintesi, la coppia coniugale, quando la conflittualità è alta e non ci sono più margini di recupero, fa bene a prendere la decisione di scindere il vincolo matrimoniale, ma tutto deve essere fatto mantenendo fermo un obiettivo: TUTELARE I FIGLI.
A tal proposito Cigoli afferma che è bene “ dipanare la matassa che lega il vincolo coniugale con quello genitoriale, in modo da portare in salvo il secondo, sciogliendo il primo”.